Memorie della Waya Assauto di Asti 3: I bulun parte 1

Intervista a Secondo Cossetta, Battista Bianco, Guido Marletto – 2006

La Way Assauto, storicamente il più importante polo industriale di Asti, centrale nella storia della città non solo per l’economia e la tecnologia, ma anche per aver costituito un punto strategico durante la Resistenza e le lotte sindacali postbelliche, viene qui ricordata attraverso le voci di tre testimoni, due operai specializzati e un impiegato (ma tutti coinvolti anche nel sindacato), che hanno trascorso tutta la loro vita lavorativa nello stabilimento e ne hanno vissuto le pagine più dolorose del periodo bellico – partecipando alla Resistenza, l’ascesa e il declino delle produzioni, le vicende sindacali. In particolare Cossetta, che dopo la Liberazione era stato nominato a capo della Commissione Interna, è stato protagonista della storia astigiana e testimone dei cambiamenti nella condizione dei lavoratori attraverso varie epoche: si parla così delle incursioni tedesche in fabbrica per sedare gli scioperi, delle deportazioni, poi della condizione delle operaie, della parità di salario per le donne raggiunta faticosamente negli anni ’60, dei rapporti con la dirigenza e delle produzioni che si sono susseguite negli anni (con produzione di cicli e ammortizzatori).
I testimoni parlano con grande orgoglio della loro fabbrica, ricordano che è stata una scuola per molti giovani astigiani che al suo interno si sono professionalizzati tanto da essere poi richiesti all’Estero per la competenza tecnica acquisita; e poi con nostalgia ricordano i passaggi di proprietà degli ultimi anni, l’inesorabile declino dovuto, a loro avviso, a poca lungimiranza della dirigenza, che non ha saputo incentivare l’ammodernamento delle tecnologie e ha perso il personale migliore, fuoriuscito in cerca di altre opportunità.
Infine i testimoni commentano la loro situazione attuale di pensionati, che hanno visto la loro meritata pensione perdere potere d’acquisto negli anni; ancora attenti al destino della fabbrica in cui hanno trascorso la vita, auspicano, per la “loro” Waya, la possibilità di una rinascita, per continuare ad essere un simbolo della città di Asti e delle tante persone che attraverso le mura della fabbrica hanno visto passare la Storia.

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Integrale

Asti, Industria, Mutamenti sociali ed economici nel Novecento, Politica e Pubblica Amministrazione


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