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Chisciotte

Follia sogno rivoluzione
in omaggio al teatro di Luciano Nattino
di e con Titino Carrara e Patrizia Camatel
scene e costumi Agnese Falcarin
regia di Titino Carrara
Produzione: casa degli alfieri / ARTEPO (ARchivio TEatralità POpolare) e Astiteatro 45

Le grandi storie sono tali perché, ogni qualvolta vengono raccontate, mostrano nuove e inaspettate chiavi di lettura, e continuano così a parlare all’umanità di oggi. Così è certamente per il Don Chisciotte, capolavoro della letteratura, qui ripreso a partire dalla versione teatrale scritta da Luciano Nattino nel 1998 per una messa in scena che vedeva sul palco Antonio Catalano nei panni del fiero hidalgo e intorno a lui la compagine artistica di Casa degli alfieri e del Living Theatre uniti. Lo stesso Nattino, poco prima della sua scomparsa, aveva poi rimesso mano al testo per trasformarlo in una pièce a due voci.
Da questi elementi iniziali ecco nascere l’idea di questo Don Chisciotte, destinato a duellare in tempi difficili, quelli odierni, in cui la speranza non è merce a buon mercato.
Chisciotte, un po’ ridicolo, un po’ santo, campione dei torti da raddrizzare, alfiere dell’utopia, impegnato in un’impari lotta contro mulini a vento e giganti, votato ad un’inevitabile sconfitta… o forse no? Perché, allora, il Grande Incantatore suo antagonista non riesce a dormire sonni tranquilli, cos’è questa inquietudine che il “cavaliere dalla triste figura” produce, sotto la sua apparenza fragile e folle?

Accetta la sfida di dare maschera, corpo e voce a questo Chisciotte Titino Carrara, erede della famiglia di teatranti più longeva d'Italia - oltre dieci generazioni -, gli artisti del Piccolo Carro di Tespi, della Compagnia Italiana di Prosa Carrara-Laurini, il teatro viaggiante costruito tutto a mano dal padre.
Titino è l’ultimo della famiglia ad incarnare ancora l’attore girovago, interprete della grande tradizione della Commedia dell'Arte in tutto il mondo, che ha già incontrato nel suo percorso artistico Luciano Nattino in un paio di spettacoli.
Accanto a lui Patrizia Camatel, cresciuta artisticamente sotto la guida di Nattino, e che nella sua impronta si è segnalata in vari spettacoli cimentandosi sia sul palco, sia nella scrittura per il teatro.


In scena ci sono un uomo e una donna, due metà di un cielo straziato dall’ennesima guerra. Lui: un militare in congedo reduce da una qualche inconfessabile vicenda, che cerca sollievo nel mondo romanzesco degli antichi cavalieri. Lei: un’affittacamere, una donna sola alle prese con la sopravvivenza, con le preoccupazioni per il destino proprio e del suo amore lontano, ma che non intende arrendersi alle circostanze.
Due anime solitarie, quindi, che cominciano in modi improbabili ad avvicinarsi e spalleggiarsi, a trovare il modo di resistere, e lo fanno combattendo a modo loro, ciascuno coi propri intenti, all’interno di una fantasia salvifica, quel mondo letterario cavalleresco in cui il reduce-Chisciotte si lancia a capofitto e in cui trascina lei, un po’ Dulcinea, un po’più spesso Sancio Panza.
In uno spazio scenico atemporale, onirico, prendono forma e voce ancora una volta le avventure del più noto cavaliere errante della letteratura e del suo scudiero, dotato di popolare saggezza. Per contrastare i rigori del nostro tempo disincantato e afflitto dal pessimismo, si useranno lievità e romanticismo, musica, giochi di ruolo, trasformismi, un pizzico di magia. Non si fa questo per ingenuità o per proporre facili soluzioni, ma per il tentativo strenuo di tener viva la fiammella della speranza.
Ci saranno segreti da rivelare, singolar tenzoni e voli vertiginosi e, come il senso stesso del teatro impone, una grande storia da consegnare ancora una volta agli ascoltatori, ognuno impegnato nella propria recherche della felicità.

 

 


Casa degli Alfieri
Località Bertolina, 1 14030 Castagnole Monferrato (AT)
339 2532921     info@archivioteatralita.it

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